Un viaggio attraverso il mondo islamico: Armi e Armature dalla collezione Stibbert
Continua la bella ed interessante mostra sulle armi del mondo islamico in quel gioiello che si chiama Museo Stibbert, sulle colline ad ovest del centro di Firenze, un luogo nascosto in quella che fu la dimora del grande collezionista inglese che amava Firenze.
Armi da guerra, tutto fatto per offendere il nemico, ucciderlo, sottometterlo, ma è tale l’arte che si nascondei dietro una pugna sul campo di battaglia che solo per i posteri, coloro che oggi possono ammirare queste vere opere d’arte, si apre agli occhi il mondo artistico dell’islam storico e degli eserciti.
La sezione islamica del Museo Stibbert, assieme a quella giapponese e alle numerose e pregevoli raccolte che completano il museo, rappresenta una delle più rare collezioni di armi e armature esistenti in Europa.
Sono infatti qui rappresentati manufatti di grande bellezza e unici per la tecnologia utilizzata nella lavorazione dei metalli, spesso resi ancor più preziosi dall’utilizzo di pietre preziose.
Le aree di interesse per queste produzioni artistiche legate all’arte della guerra sono la mamelucca, la turcomanna, la persiana, l’indiana e la caucasica. Ogni oggetto esposto ha soluzioni decorative di grande raffinatezza per l’ampio uso delle agemine in oro e argento poste ad evidenziare i motivi ornamentali che decorano elmi, scudi e spade di ogni tipo acquistati da Stibbert in occasione della vendita delle armerie storiche di quei paesi, soprattutto per quella di Sant’Irene a Istanbul.
Nella mostra si vedono armature eseguite a partire dalla fine del XV secolo fino agli inizi dell’Ottocento. L’aspetto più interessante è la possibilità di ammirarle in modo diverso rispetto al tradizionale allestimento del museo che ha comunque una serie di scenografiche sale dedicate al mondo islamico.
Si tratta di opere di altissima qualità realizzate da importanti maestri armaioli che crearono svariati tipi di armature espressamente concepite per meglio difendere i guerrieri sui campi di battaglia, insieme ad altri esemplari destinati ad essere indossati durante le parate.
Visitando la mostra si comprende come con i sultani Mamelucchi la centenaria tradizione dell’arte della guerra nel mondo islamico raggiunse l’apice del suo sviluppo, anche grazie alla propensione che questo popolo aveva per gli allenamenti e le gare di destrezza, organizzate in spazi pubblici opportunamente allestiti per richiamare un vasto pubblico, un modo per consolidare l’immagine dei guerrieri, un obbiettivo caro alle truppe dei Mamelucchi.
I Turchi invece raggiunsero l’apice della potenza e la maggiore espansione sotto la Dinastia degli Ottomani. La struttura delle armature turche presenti in mostra è la stessa di quelle usate in battaglia nel periodo in cui regnarono Mehmet II e Solimano il Magnifico. Potrete osservare come le piastre d’acciaio e la maglia di ferro sono l’armatura che più di altre garantiva la protezione del soldato, senza limitarne i movimenti.
Con l’espansione islamica in Persia le due civiltà si fusero creando manufatti di estrema qualità per realizzazione e decorazione.
Anche nell’India a partire dall’XI secolo, si avvia una capillare diffusione dell’arte islamica che avrà la sua affermazione con l’Impero Moghul. In questo caso i temi decorativi principali sono quelli della caccia e della guerra arricchiti dall’ utilizzo di materiali preziosi per indicare lo status sociale.
Non mancano le armi provenienti dal Caucaso, anche queste di alto livello artistico e costruttivo, con una combinazione molto armonica di stili, dovuta alle influenze dei popoli con cui entrarono in contatto.
Oltre a voler valorizzare i principali pezzi della collezione, la mostra cerca di mettere in luce le ricerche fino ad oggi svolte dagli studiosi del settore e non solo evidenziando la passione di Stibbert per l’arte islamica, ma cercando di valorizzare anche gli studi degli altri collezionisti fiorentini quali Jean-Baptiste e Louis Carrand, Costantino Ressman, Giulio Franchetti e Stefano Bardini.
Orario: lunedì-mercoledì 10-14; venerdì-domenica 10-18; chiuso giovedì
Ingresso: euro 8 (intero); euro 6 (ridotto) inclusa la visita del museo.