Il Calcio Storico infiamma i quartieri fiorentini. La finale di San Giovanni si avvicina.
Colori: il rosso, il bianco, il verde e l’azzurro. Un grande caldo, quasi come sempre, tanta folla, musica cadenzata dei tamburi, squillanti chiarine, fanti e alabardieri, la sabbia, piume al vento e una palla!
Siamo sulle rive dell’Arno a Firenze, anzi per chiarezza siamo in piazza Santa Croce, una delle più belle al mondo, ricca di storia e a sua volta abbracciata da una città che incarna l’aspetto stesso dell’arte e del tempo antico.
E’ il Calcio Fiorentino che vede tradizionalmente la sua nascita storica e certificata con la sua più famosa partita, quella giocata il 17 febbraio 1530, quando Firenze era assediata dalle truppe di Carlo V e i fiorentini, unici anche nelle circostanze avverse, decisero di giocare a palla incuranti dei colpi di cannone che cadevano sulla città.
Quest’anno la prima partita è tra Azzurri di Santa Croce e Bianchi di Santo Spirito, segue l’incontro tra Verdi di San Giovanni e Rossi di Santa Maria Novella, per la finale del 24 giugno tutto è ancora nelle mani del destino.
Sicuramente il giorno del Santo Patrono è quello più intenso, sia per gli addetti ai lavori che per le tifoserie, ma anche per tutti coloro che vogliono solamente godere di una giornata di folclore storico, anche se ha Firenze il Calcio Storico è tutto tranne che una rievocazione, qui si fa sul serio e per gli organizzatori è spesso una vera e propria battaglia su tutti i fronti. Primo tra tutti il riconfermato Presidente Michele Pierguidi, al secondo e meritato mandato istituzionale, poi perché non ricordare Alessandro Marchesi dell’Ufficio Tradizioni Storiche del Comune di Firenze, sempre in prima linea a mediare e organizzare. Tensione al massimo fino alla fine della partita del 24 giugno. Intorno la macchina dei volontari del Corteo Storico, i colori della città e gli operatori del Comune di Firenze affiancati dalle Forze dell’Ordine che devono garantire incolumità di tutti, calcianti, tifosi e spettatori. Detto così sembra che il Calcio Storico sia qualcosa di duro e pericoloso, ma è l’anima dei quartieri fiorentini, l’essenza stessa di questa città unica ed irripetibile.
Ma andiamo alla giornata del 24 giungo, si comincia alle 9 del mattino quando il corteo dei Bandierai degli Uffizi parte dal Palagio di Parte Guelfa per raggiungere la sede della Società di San Giovanni Battista in via del Corso, associazione che tutela e tramanda, tra le altre attività, quella dei “fochi” di San Giovanni.
Da qui tutti insieme verso Palazzo Vecchio per l’omaggio al sindaco Dario Nardella, da dove il corteo arricchito dal Gonfalone cittadino, musici e figuranti della Società San Giovanni raggiungono il Battistero dove si svolge l’Ostensione della Reliquia del Santo e portano l’omaggio delle candele all’Arcivescovo di Firenze Mons. Giovanni Betori.
In attesa del Gonfalone del Comune di Firenze i Bandierai degli Uffizi intrattengono i presenti con una spettacolare esibizione di destrezza, poco dopo il corteo arricchito da altri figuranti e personalità raggiunge il Battistero di San Giovanni dove si svolgerà una cerimonia religiosa alla presenza del clero metropolitano, dell’Arcivescovo e dei cavalieri della San Giovanni.
Nel pomeriggio alle ore 15 nuova formazione del corteo che parte sempre dal Palagio di Parte Guelfa per raggiungere Piazza Santa MariaNovella, dove si unisce ad altre centinaia di figuranti e ai rappresentanti dei quartieri di Firenze, i “rossi”, “azzurri”, “bianchi” e “verdi”. Da qui in grande parata scortano la “vitella” il premio, oggi simbolico, per il vincitore della finale del Calcio Fiorentino.
Dopo aver attraversato il centro storico raggiungono Piazza Santa Croce, mentre sull’Arno alle ore 17,00 inizia la prima parte del Secondo Palio Remiero, una sfida tra Livorno, Pisa, San Miniato e Firenze, sul percorso Ponte alle Grazie – Ponte Vecchio. Il colorato corteo di armati, bandierai, cavalieri e calcianti entrano nell’arena dove verrà giocata la partita di Calcio Fiorentino, intanto gli altoparlanti annunciano gli eventi, i personaggi e i nomi dei nobili che da sempre partecipano a questa manifestazione e che oggi come un tempo comandano le truppe della Repubblica Fiorentina.
Viene annunciata l’esibizione, sempre attesissima da tutti dei Bandierai degli Uffizi, tamburi e bandiere con le insegne delle sedici Magistrature civili di Firenze, destrezza e fantasia. Tutto “l’esercito” si schiera in attesa del Saluto alla Voce, che viene dato in un momento di religioso silenzio da parte di tutti i presenti dal Capitano di Guardia e del Contado, Luciano Artusi, Direttore del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina. Per tutti arriva finalmente il comando “…. riposatevi sulle vostre armi”, pochi minuti e la partita avrà inizio. Intanto le squadre si riscaldano …..
La finale è ancora nelle mani del destino, molti fanno pronostici; ogni partita sembra una battaglia, calci, spinte e prese, gli arbitri che corrono da ogni parte del campo, gli spettatori non sanno se seguire la palla che passa veloce di mano in mano o scompare sotto un “monte” di calcianti oppure concentrarsi sulle varie scene di scontro che avvengono nel campo. 27 calcianti per parte, divisi su quattro linee, con 15 “corridori” o “innanzi”, 5 “scorciatori”, gli attuali mediani del calcio moderno, 4 “datori avanti”, quindi terzini, e 3 “datori indietro”, i portieri.
Quando viene segnato il primo punto, la prima “caccia”, così viene chiamato il “goal” furore di popolo dalla parte della tifoseria, bandierine, strilli incitamenti, parole impronunciabili apostrofate verso la parte avversaria, puro folclore popolare! Intanto le “madonne”, signore prestatesi a vestire gli antichi abiti, si affacciano dalla tribuna d’onore, accanto al Magnifico Messere; alla prima partita l’attore Marco Messeri al quale seguirà il giornalista Oliviero Beha, mentre il noto stilista Stefano Ricci presenzierà la partita della finale.
Per i neofiti è meglio spiegare che la “caccia” rappresenta il punto, mentre la “mezza caccia” è una penalità inflitta a chi lancia la palla sopra la rete.
Tutto finirà con l’Inno alla Vittoria, suonato dai Musici del Corteo Storico, il corte si riforma velocemente, ogni torna verso la sua sede per riprendere gli abiti “civili” e alla sera, mentre la squadra vincente festeggia, tutti gli altri si consolano con i “Fochi” di San Giovanni, a naso all’insù, con il fresco della sera, la prima fetta di cocomero della Maremma (una volta arrivava dagli orti di Legnaia…) e poi tutti a commentare: “i fochi….. erano meglio quelli dell’anno scorso”.
E mentre attendiamo la finale ricordiamo che proporremo su questo sito le immagini più significative della partita del 24 giugno.
Giuseppe Garbarino