Il Corridoio Vasariano, un percorso misterioso …
Lo chiamarono “corridore” e doveva unire il palazzo del potere politico con quello del principe, un modo per attraversare parte della città di Firenze indisturbati, lontano dagli occhi e soprattutto dai possibili attentati. A suo modo venne concepito come percorso d’arte, con i suoi affacci memorabili, unici sulla città e i monumenti. La sua costruzione iniziò nel 1565 per volere del granduca Cosimo I che diede incarico a Giorgio Vasari dell’impresa non certo facile. In soli 5 mesi venne completato.
Ecco alcune curiosità attraverso i secoli di quello che prese il nome del suo artefice, Giorgio Vasari:
Il Ponte Vecchio era un tempo adibito a mercato delle carni, ma venne trasferito per evitare cattivi odori al passaggio del granduca e al suo posto furono spostate le botteghe degli orafi che ancora oggi rendono il ponte unico e inimitabile.
10 aprile 1584 – “Si fece un tempo molto oscuro con tuoni, baleni, e cadde una saetta in Palazzo vicino alle Stanze dove allora si trovava il Grancuca, e la Granduchessa (Bianca Cappello n.d.a.); i quali fuggirono nel Corridore sopra la fabbrica degli Uffizi”.
26 aprile 1604 – “convitò il Granduca il Serenissimo Arciduca (Massimiliano d’Austria n.d.a.) con la sua nobiltà a desinare in sul Corridore … si fece una tavola di 10 braccia..”.
9 ottobre 1600 – per celebrare le nozze di Maria de’ Medici con Enrico IV di Francia venne organizzato uno spettacolo con intermezzi lungo tutta la galleria del Corridoio Vasariano.
19 ottobre 1608 – Viene organizzata un’altra cena per festeggiare il matrimonio di Cosimo de’ Medici con Maria Maddalena d’Austria. “… era apparecchiato una tavola di lunghezza di centosessanta braccia e larghezza di tre braccia in capo alla quale era la tavola principale e un’altra a forma di credenza …cariche d’innumerabile sorte di confetture, e canditi…”.
Dal 1589, quando la chiesa di Santa Felicita diventa parrocchiale, il granduca Ferdinando I prende l’abitudine di assistere alla messa prima di recarsi agli Uffizi per attendere agli affari di Stato.
Nel Corridoio era uso accogliere ospiti importanti che passavano per Firenze, ma solo a partire dal 1609, nel regno di Cosimo II. E’ un modo per mostrare le bellezze della città senza scendere per le strade. Il particolare camminamento rappresentava lo sfarzo della corte medicea, anche verso il popolo, infatti nel luglio 1610, con la nascita del principe Ferdinando dal “corridore” vennero gettate al popolo manciate di monete.
Regnando Ferdinando II il Corridoio cade in disuso, la corte non lo utilizzava più e il fatto è dimostrato perché il 28 dicembre 1648 “si scoperse che i ladri erano entrati per le tetta nell’Armeria del Granduca … e fu creduto esservi stati più giorni, perché vi trovarono … del pane, e del vino…”.
Il passaggio non viene utilizzato nemmeno per le nozze tra principe Cosimo e Margherita Luisa d’Orléans, cugina del re di Francia Luigi XIV, durante le quali ci sono festeggiamenti sia a Palazzo Pitti che Palazzo Vecchio, oltre che al teatro della Pergola. Infatti così riportano le cronache: I principi tutti vennero per terra, e non per Aria, cioè non per il corridore ma in Carrozza”.
Negli ultimi anni del granducato non ci sono testimonianze sull’uso del Corridoio e un avvenimento rischiò di far sparire parte di questo percorso, l’incendio alla Guardaroba Vecchia di Palazzo Vecchio, quando per arginare le fiamme il granduca ordina di far tagliare e quindi crollare l’arco su via della Ninna per impedire che il fuoco raggiunga gli uffizi. Per fortuna l’incendio venne domato prima che i picconatori riuscissero nel loro intento.
Il 4 marzo 1715 durante il carnevale “… gli orefici fecero in quella mattina un Calcio diviso Scarnatino, e Celeste sul Ponte Vecchio (Calcio in Livrea o Calcio Storico n.d.a.), dove vi concorsero a vederlo le Serenissime Principesse alle finestre del Loro Corridore”.
Quando arrivò a Firenze l’Infante Don Carlos di Spagna, il sedicenne che avrebbe dovuto sostituire la dinastia medicea vicina alla fine, attraversò il Corridoio su “un Carruccio” trainato “da una Cervia”. Le stranezze del principe poco dovevano piacere all’Elettrice Palatina Anna Maria Luisa de’ Medici, che per tutto il tempo della permanenza dello spagnolo a Firenze cercò di evitarlo.
Tre giorni dopo la morte di Gian Gastone de’ Medici, avvenuta il 9 luglio del 1737, venne licenziato moltissimo personale della reggia, tra cui anche gli addetti al Corridoio. Il testamento dell’Elettrice Palatina trasformò la Galleria privata degli Uffizi in collezione pubblica e il Corridoio perse completamente la funzione di collegamento tra i palazzi del potere.
I Lorena utilizzeranno il Corridoio quasi solo per raggiungere la chiesa di Santa Felicita ed assistere alla messa, scendendo con la Scala Segreta e assistendo alla Messa Privata. Solo Pietro Leopoldo passava da questo percorso per raggiungere Palazzo Vecchio in occasione di particolari eventi, come il Giuramento di fedeltà del Senato e del “Consiglio dei Dugento”.
Al centro del Ponte Vecchio, alzando gli occhi, si notano delle grandi finestre panoramiche verso il Ponte Santa Trinita. Vennero aperte in occasione della visita a Firenze di Hitler e Mussolini nel 1938.
Durante il passaggio del fronte nell’agosto del 1944, dopo l’abbattimento dei ponti sul fiume, le distruzioni delle mine tedesche e il crollo delle abitazioni vicine al Ponte Vecchio, il Corridoio si trasformò nell’unico modo per attraversare l’Arno e avere notizie. Con difficoltà venne anche fatto passare un cavo telefonico per permettere le comunicazioni tra i gruppi partigiani e le truppe americane.
Oggi all’interno del Corridoio sono raccolti i ritratti dei principali artisti da Andrea del Sarto al Beccafumi, Bernini, Annibale Carracci, Rubens, Canova, Hayez, Corot, Ingres e tantissimi altri.