5 curiosità su Firenze
Pensate di sapere proprio tutto tutto su Firenze? Ne siete certi? Cosa ci fa dunque una testa di bue sul Duomo? E qual è la sindrome di Firenze? Scopritelo con noi…
La testa di bue sul duomo
Se passate davanti al Duomo, buttate uno sguardo al doccione marmoreo sul fianco sinistro del duomo che raffigura una grossa testa di bue con le corna. Ci sono varie storie su questa raffigurazione. La prima è quella che segue l’usanza di raffigurare su un edificio l’animale che veniva impiegato durante i lavori, come omaggio alla fatica e al sacrificio. C’è poi un’altra versione, più accattivante, che riguarda un tradimento e una vendetta. La leggenda narra che intorno al 1400, vicino al duomo in costruzione abitasse un uomo molto geloso della moglie, la quale intratteneva una relazione con un capomastro. Il marito, una volta scoperta la relazione, denunciò entrambi gli amanti al tribunale. Il capomastro, per vendetta, raffigurò la testa del bue con le corna rivolta verso la casa del marito, di modo che ogni volta che egli avesse aperto la finestra, si sarebbe ricordato del tradimento.
Lo stemma di Firenze
L’emblema di Firenze è il giglio rosso. Questo simbolo deriva dall’iris, un fiore bianco largamente diffuso nel territorio. Il Giglio di Firenze è il simbolo della città fin dal XI secolo. Ai tempi della città libero comune, lo stemma prevedeva il giglio bianco su uno sfondo rosso, ma in seguito alle lotte tra Guelfi e Ghibellini i colori vennero invertiti e sono rimasti quelli fino ad oggi. I Guelfi, infatti, scelsero di invertire i colori per differenziarsi dai Ghibellini, e una volta sconfitti quest’ultimi, mantennero il proprio stemma con un giglio rosso su uno sfondo bianco.
Buchette del vino
Sulle mura di molte antiche case fiorentine, potrete notare delle piccole aperture chiamate “buchette del vino”. Il nome deriva dal loro passato utilizzo, ovvero la vendita del vino. L’usanza di vendere il vino direttamente in strada risale a circa il XVII secolo. Le buchette permettevano alle famiglie aristocratiche di vendere il vino con discrezione, evitando di ricorrere agli osti. Doveva essere una pratica molto comunque quella di comprare il vino per strada, poiché le buchette sono molto diffuse. Dalle buchette, collegate spesso alle cantine o comunque nelle vicinanze di esse, passava giusto giusto un fiasco di vino alla volta. Questi cosiddetti tabernacoli del vino venivano spesso utilizzati, anche per opere di beneficienza da parte dei nobili padroni di casa, i quali lasciavano una brocca di vino o dei pezzi di pane per i bisognosi.
La sindrome di Stendhal
Questa sindrome, anche detta sindrome di Firenze, poiché qui si è spesso manifestata, deve il suo nome al famoso Stendhal, che la provò durante una visita alla chiesa fiorentina di Santa Croce, durante il suo Grand Tour. Tale sindrome si manifesta con tachicardia, capogiri, vertigini, allucinazioni e confusione in seguito ad una esposizione ad opere d’arte di straordinaria bellezza, soprattutto se disposte in spazi limitati. Il disturbo fu studiato per la prima volta dalla psichiatra fiorentina Graziella Magherini, nel 1977; oggetto dello studio furono 106 turisti di varia nazionalità che furono vittime della sindrome durante un soggiorno fiorentino.
Il Perseo di Benvenuto Cellini
Sotto la Loggia dei Lanzi, ammirate la statua bronzea del Perseo che tiene in una mano una spada e nell’altra la testa di Medusa. Quest’opera magnifica di Benvenuto Cellini, realizzata sotto commissione di Cosimo I de’ Medici nel 1500, nasconde una curiosità affascinante. Guardando la nuca del Perseo si può notare l’autoritratto dello scultore.