“Ritratti di paesi, mari e città”, immagini dimenticate
Trentadue opere praticamente inedite al grande pubblico sono esposte nella Sala delle Nicchie a Palazzo Pitti, quell’ambiente che affianca gli appartamenti reali, un tempo utilizzato per banchetti e ritrovi; qui vedute di città, come Napoli, oppure quella “Battaglia di Scannagallo” del fiammingo Jan van der Straet, che a Firenze venne ribattezzato più familiarmente con il nome di Giovanni Stradano, diventano oggetto di culto e riscoperta, con la mostra denominata “Ritratti di paesi, mari e città”, per la quale sono stati selezionati alcuni capolavori provenienti dai depositi della Galleria Palatina.
Fino al 18 gennaio sarà possibile vedere opere che vennero realizzate con l’intento di tramandare immagini fedeli alla realtà, un’anticipazione dell’uso fotografico dell’opera pittorica. Ecco che le processioni di epoca medicea, con il popolo che sostiene con le sue preghiere la dinastia regnate, diventano pagine di quotidianità, mentre le nuove scienze come la topografia, si rispecchiano nelle piccole cose, come la tombola incisa all’acquaforte da Antonio Francesco Lucini, un gioco dell’oca preso in prestito dalla geografia, un viaggio attraverso il mondo, dall’Abissinia a Venezia.
E poi le vedute romane di Lieven Cruyl e del Vanvitelli, il gioco e lo svago che nel 1600 prendono il posto delle opere religiose, in questo viaggio breve che parte nel XV secolo, un viaggio non solo di immagini, ma anche di tecniche artistiche, che come dice il Soprintendente Cristina Acidini: “Una mostra di questa natura che viene dagli studi e dalle buone significa restituire alle opere quello spessore invisibile che gli occhi da soli non sanno trovare. Un’opera non è solo se stessa, è sempre un insieme di significati, come nelle lunette dei luoghi fiorentini magnificati dalla vita religiosa. Nel complesso la mostra è un caso virtuoso e ripetibile di sana e sostanziosa valorizzazione”.
Valorizzare, ecco il termine giusto per scoprire tutto quello che è nascosto, un modo per vivere il bello e il meno consueto.