Il ventennale di Artigianato e Palazzo, ritorna la mostra delle selezionate botteghe artigiane a Palazzo Corsini. Dal 15 al 18 maggio.
Che Firenze sia la culla indiscussa dell’artigianato trasformato in arte, è cosa risaputa, non per nulla le “botteghe” dei secoli passati hanno lasciato ai posteri esempi di arte eccezionale e unica.
Ma oggi, cosa è rimasto di questa eccellenza che tutto il mondo ci ha sempre invidiato? Poco e ogni anno sempre meno, le capacità manuali e l’esperienza passata di padre in figlio, da maestro ad allievo, tendono a scomparire e sono sempre più coloro che s’improvvisano, ma non sono i veri discendenti delle antiche tradizioni.
Ogni anno qualcuno cerca di salvaguardare quel poco che rimane e attraverso un’accurata selezione riunisce nel suo giardino i rappresentanti di arti e mestieri quasi in estinzione, persone di manualità unica, creativi dell’anima, anime curiose del firmamento artistico cittadino.
E’ Giorgiana Corsini che da sedici anni coltiva nel suo giardino Artigianato e Palazzo, una mostra unica nel suo genere e anche quest’anno è riuscita a mettere insieme i maestri artigiani lungo i vialetti del grande giardino seicentesco e nelle lunghe limonaie, ambienti unici per ambientare questo tipo di manifestazioni e per promuovere e preservare l’alto artigianato artistico e i valori aggiunti del fatto a mano e della cura del dettaglio.
Quindi anche quest’anno Artigianato e Palazzo, importante realtà indipendente no-profit nata nel 1994 da un’idea di Neri Torrigiani e dalla passione di Giorgiana Corsini si ripropone dal 15 al 18 maggio 2014, un’occasione non solo per rivedere questa selezionata avanguardia di personaggi e tematiche artigiane, ma anche per festeggerà il Ventennale e i numeri di questa manifestazione, 700 i maestri artigiani invitati, 140 gli antichi mestieri rappresentati in questi anni e oltre 140.000 i visitatori, tra i quali moltissimi vip che hanno visitato la mostra con entusiasmo ed interesse.
Moltissime sono state le aziende italiane che hanno costruito il loro successo sui valori dell’artigianalità, è questo il momento di ricordare Gucci, Bulgari, Roberto Capucci, Loretta Caponi, Vacheron Constantin, Il Bisonte, l’Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella che proprio in questi giorni apre il suo Giardino di Santa Maria Novella, accanto alla Villa della Petraia; aziende che sono state protagoniste negli anni della Mostra Artigianato e Palazzo nella Limonaia Grande del Giardino Corsini, meraviglioso esempio di giardino all’italiana progettato da Gherardo Silvani, mentre la sontuosa Loggia del Buontalenti ha fatto da cornice ad installazioni spettacolari e numerosi incontri sui temi della manualità tenuti da esperti di ogni provenienza.
Sapientemente coadiuvata da Neri Torrigiani, la principessa Corsini riesce ogni anno a trovare il giusto equilibrio per una mostra tanto difficile quanto rara. Non è semplice avere le capacità di trovare sempre nuove figure professionali da inserire nel fortunato catalogo di Artigianato a Palazzo, anche se ogni singolo partecipante all’evento di artigianato culturale è un piccolo microcosmo, un angolo di paradiso perduto, dimenticato e bistrattato dal turbinio del consumismo dei grandi magazzini.
Tra le collaborazioni più significative di questi anni ricordiamo quelle con Associazione OmA – Osservatorio dei Mestieri d’Arte, Opificio delle Pietre Dure, Opera del Duomo di Firenze, Galleria del Costume di Palazzo Pitti, CNR Ibimet, Florens, Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino, Fondazione Cologni, Consorzio “Il Cappello di Firenze”, LAO – Le Arti Orafe Jewellery School, Tempo Reale, Comune e Provincia di Firenze.
Passeggiare nei vialetti del grande giardino Corsini di Firenze è comunque già un modo per scoprire tesori nascosti, statue, piante, fregi di pietra, le grandi limonaie, il palazzo con il suo loggiato arricchito dai frammenti di urne e lapidi d’epoca etrusco romana, mentre il giardino all’italiana è la cornice ideale per i numerosi gazebo che ospitano le botteghe artigiane, in alcuni casi dei veri e propri riallestimenti dei luoghi dove lavorano i vari pellettieri, profumieri, decoratori, ed altri estrosi nell’arte dei componenti d’arredo. Qui incontrerete xilografi, pietre dure e coralli, la lavorazione del marmo dell’alabastro e del gesso, indugerete sulle proposte gastronomiche di note botteghe del gusto, sarete attratti da mosaici e porcellane.
Durante la visita provate ad osservare con attenzione tutto quello che ci passava davanti agli occhi, quante piccole magie, quanta abilità nelle mani che reggono un bicchiere in cristallo che lentamente la mola trasforma in un pizzo ricamato, mentre una goccia d’argento si trasforma in un gioiello, una stoffa appare unica.
In altri momenti sarà l’olfatto a essere distratto, incontrando per caso essenze e profumi dell’Officina Farmaceutica di Santa Maria Novella o le armonie ottenute da Lorenzo Villoresi per le sue creazioni aromatiche ottenute da piante e spezie che rimandano ai ricordi dei mondi esotici.
Appariranno piume, cappellini, perline in vetro, piccoli capolavori di oreficeria e curiose composizioni con coralli e conchiglie che ricordano quelle composizioni che nel passato erano esposte sotto grandi campane in vetro.
Queste sono alcune delle più simpatiche tipologie di oggettistica che osserverete alla mostra. Qualcuno degli espositori, durante le lunghe passeggiate invernali sui litorali della toscana, in quella striscia di terra chiamata Lunigiana, raccoglie tutto quello che il mare restituisce durante le mareggiate, legnetti che il tempo ha levigato dandogli mille forme, conchiglie, vetri che la sabbia ha trasformato in piccoli gioielli. Vengono raccolti, osservati, ripuliti e con questi pezzi messi insieme a quello che spesso viene dimenticato in fondo ad un cassetto, un santino, rotoli di trine e ricami, cristalli di lampadari scomparsi, cornici, scatoline si crea un oggetto artistico, un piccolo mondo antico proiettato nel futuro.
Tutti gli espositori meriterebbero un’attenzione che non dia il senso della superficialità; dietro ogni semplice gesto, ogni singolo oggetto, che sia una saponetta al profumo di violetta tanto caro alle nostre nonne, magari da prendere per farne un regalo, o un vaso nato dalla mano di maestro vetraio, si trovano spesso delle tradizioni e delle sorprese uniche ed inimmaginabili.
Giuseppe Garbarino