Firenze la Manhattan medioevale
Le case-torri di Firenze sono moltissime ed ognuna ha una storia che varrebbe la pena approfondire e una famiglia da ricordare.
Una delle più note case torri e quella dei Visdomini, situata in via delle Oche. Sulla sua parete è affissa una targa che recita i versi della Divina Commedia: «Così facean li padri di coloro che, sempre che la vostra chiesa vaca, si fanno grassi, stando in concistoro». I versi riferiti a quei Visdomini che, millantandosi protettori della Chiesa, occupavano il palazzo arcivescovile tra un vescovado e l’altro, guadagnandoci i relativi profitti economici. Una torre diversa da tutte le altre è quella chiamata della Pagliazza, in piazza Santa Elisabetta, che risale al VI secolo, in pieno periodo bizzantino. La torre, di forma rotondeggiante, poggia su antichissime fondamenta di epoca romana che cingevano una piscina delle terme secondarie di Florentia. Gli scavi archeologici hanno permesso di ritrovare parte del pavimento in laterizio e alcune pareti originarie.
Un’altra è la torre dei Donati, accanto alla piazza omonima. Oggi l’edificio è abbastanza basso ma una volta la torre era alta circa 60 metri. Almeno finché, alla fine del Duecento, come a quasi tutte le sue sorelle, capitò in sorte di essere “scapitozzata”, cioè mozzata nel tentativo di scoraggiare le lotte tra fazioni. Firenze una volta aveva uno skyline completamente diverso, all’interno delle mura si ergevano decine di torri e ogni famiglia faceva a gara per avere quella più alta. A volte un gruppo di torri rappresentavano come una fortezza all’interno della città e ci fu un periodo in cui gli scontri tra famiglie e fazioni furono così cruente che spesso le torri prendevano fuoco creando pericolo per tutta la città.
Impossibile non citare, la torre della Castagna in Piazza San Martino, prima sede del governo cittadino. Lo strano nome si deve ad un particolare evento che vide i priori, assediati dalla folla inferocita. Una volta esaurite le pietre da tirare sulla testa di chi protestava sotto la torre, i priori per difendesi iniziarono a tirare i sacchi di castagne…
Infine parliamo di una torre trasformata in campanile e oggi inglobata nel Palazzo del Podestà, che dal Cinquecento è stata sede del Bargello. Questo edificio è situato in via del Proconsolo e risale alla metà del Duecento. Chi veniva rinchiuso al Bargello aveva poche possibilità di uscirne salvo. L’edificio ospitava infatti il tribunale e la prigione. Pensate che le facce dei condannati che riuscivano a scappare venivano dipinte sulla facciata del palazzo perché avessero visibilità pubblica, un modo per complimentarsi per la riuscita della fuga.
Un’altra, bellissima, è la torre degli Alberti o delle Colonnine, in via de’ Benci. La famiglia degli Alberti, con Alberto, Lapo e Neri degli Alberti del Giudice da Catenaia, famiglia antichissima, edificarono la torre in prossimità della linea dove correvano le antiche mura cittadine del secondo cerchio verso il 1172 in un luogo dove i fossati creavano una specie di isola chiamata Isola di Santa Croce. In questa zona della città era caratterizzata dalla presenza di molte proprietà della famiglia Alberti. La caratteristica loggetta risale agli inizi del 1400.