1865/2015; i 150 anni di Firenze Capitale
Il 2015 è l’anno dei festeggiamenti per il 150 ° anniversario di Firenze Capitale, quando si raggiunse l’Unità d’Italia venne deciso di omaggiare la città di Firenze, che, 1865-1871, servito come la seconda capitale della nazione, allora appena unita. Per l’occasione, la città ospiterà una serie di eventi ancora da definire, ma vogliamo ora ricordare i fatti che hanno portato la città a diventare la capitale d’Italia.
Dopo il 1861, quando Roma era ancora sotto il controllo dello Stato Pontificio, Torino diventò la prima capitale d’Italia, dopo essere stata la capitale del regno piemontese dei Savoia. Tuttavia, Torino venne ritenuta troppo vulnerabile al controllo francese a causa della sua posizione nel nord-ovest. Negli stessi anni Vittorio Emanuele II, appena diventato re d’Italia, sperava di riuscire anche ad acquisire lo Stato Pontificio.
Napoleone III, per garantire lo stato papale, stipulò un accordo con il Regno italiano nel quale era una clausola segreta che approvava il trasferimento della sede del governo italiano da Torino a Firenze. Quando la notizia divenne di dominio pubblico scoppiarono a Torino dei gravi disordini e rivolte, perché i Piemontesi erano insoddisfatti del cambiamento, invece i Fiorentini, anche se di malavoglia, fecero buon viso a cattivo gioco e accettarono di diventare capitale del nuovo regno, anche se solo temporaneamente.
La scelta di Firenze come nuova capitale aveva una serie di implicazioni politiche complesse, una tra tutte la mancata centralità di Torino rispetto al nuovo assetto territoriale italiano e alla necessità di portare la capitale più vicina alle regioni del sud.
Il dialetto fiorentino è stato uno dei fattori più importanti nella scelta di Firenze come capitale d’Italia. Infatti il modo di parlare dei fiorentini era considerato il ‘vero italiano’ e venne scelto per unificare lo stato dal punto di vista linguistico. Dante aveva infatti utilizzato il vernacolo fiorentino in tutte le sue opere, perché era la lingua che lui conosceva e apprezzava, così come era la lingua che capivano le masse popolari. La ricchezza storica e artistica della città ne fecero il centro naturale per il nuovo governo.
Firenze negli anni in cui fu capitale d’Italia prosperò, anche se ciò portò a un drastico aumento della popolazione, con la costruzione di nuovi quartieri che dovevano ospitare l’afflusso delle persone. Molte di queste aree sono state costruite nella zona nord della città, mentre il Viale dei Colli e il Piazzale Michelangelo vennero realizzati per poter godere della vista sulla città del Risorgimento. Purtroppo venne anche demolito l’antico centro storico, considerato un luogo di case malandate, sporcizia e malattie.
Molti edifici diventarono palazzi governativi , il più importante era Palazzo Vecchio, che ospitava il Parlamento italiano e la sede del Ministero degli Esteri. Nel 1871 la capitale si trasferì definitivamente a Roma, luogo di forte simbologia nella storia italiana come sede dell’antico impero romano, oltre ad avere una posizione ancora più centrale. L’invasione di Roma coincise con la guerra franco-prussiana, del 1870, quando la Francia, che manteneva delle truppe indifesa dello Stato Pontificio, venne sconfitta dalla Prussia.
Anche se Firenze non è più la capitale ufficiale di Italia, rimane un importante centro culturale e storico del paese. Negli ultimi 150 anni dell’unificazione italiana dovremmo cogliere l’occasione per celebrare Firenze come la seconda capitale dell’Italia unita nel corso di questo anno molto importante per la città.