“Ona, ona, ona ma che bella rificolona!” Il 7 settembre tutti in piazza.
Ecco la grande festa fiorentina della Rificolona; un tempo la città era attraversata da centinaia di lumini di carta colorata, tenuti con una canna e illuminati da una candela, ma la loro origine si perde nei secoli quando per la Fiera della Santissima Annunziata i contadini che venivano in città a fare mercato e acquisti, alle prime luci della sera tornavano verso casa accendendo questi curiosi lampioncini. La fiera prese il nome di “fierucola” e “fierucolona” e da questi per corruzione, la parola “rificolona”.
La Rificolona era nata come festa sacra e processione dedicata alla Madonna, ma con il tempo diventò la festa dei bambini che correvano per le strade in gruppi, affrontandosi a colpi di cerbottane per bruciare i lumini degli avversari. Oltre a riempire di colore e gioia le strade della città, la festa si svolgeva anche sulle acque dell’Arno dove le rificolone vengono lasciate trasportare dall’acqua del fiume mentre erano ancora accese, creando uno spettacolo suggestivo per tutti coloro che si affacciavano dal greto del fiume.
Domenica 7 settembre torna la festa della Rificolona con il corteo religioso che da Santa Felicita arriverà in piazza SS Annunziata alle ore 21,30, qui si terranno i saluti delle autorità e la benedizione da parte del Cardinale di Firenze. Nella serata verrà premiata anche la migliore rificolona artigianale, mentre sull’Arno si terrà la tradizionale vogata dei Canottieri Comunali.
Per l’occasione ci sarà un’apertura straordinaria e visita guidata gratuita al Chiostro Grande di Santa Maria Novella dalle 12 alle 17. Informazioni: 055 282187, ingresso al museo 5 euro.
L’origine dell’uso delle rificolone risale alla metà del 1600 quando i contadini restavano a dormire in città, sistemandosi nei loggiati della piazza della SS Annunziata e alla luce dei lampioncini cantavano le lodi alla Vergine. Con il tempo i contadini diventarono motivo di scherzi e prese in giro da parte dei ragazzi di città che tramutarono il termine di fiera con fierucolona, ovvero fiera delle “culone” per i floridi posteriori delle contadine.
In questa serata vengono ancora cantate delle curiose cantilene “ona, ona, ona ma che bella rificolona!”, “La mia l’è co’ fiocchi e la tua l’è co’ pidocchi. E l’è più bella la mia di quella della zia…”, ripresa anche nell’operetta di Augusto Novelli, “L’acqua cheta” o l’altro ritornello meno noto: “Bello, bello, bello, chi guarda l’è un corbello.”
Dell’antica festa è stato ripreso un mercato chiamato La Fierucola del Pane, che dal 1984 si tiene in piazza SS. Annunziata ogni primo fine settimana del mese di settembre. La Fierucola propone prodotti biologici, artigianato manuale e tradizionale, convegni sulla biodiversità, un modo per difendere le produzioni tipiche nell’ambito della cultura locale. Come una volta le piccole aziende agricole portano in piazza i loro prodotti permettendo ai cittadini di approvvigionarsi e di riscoprire gli antichi sapori tradizionali della tradizione contadina.