Cusiosità fiorentine: una scultura sulla facciata di Palazzo Vecchio
Se entrate nel bellissimo cortile di Palazzo Vecchio realizzato dal Michelozzo e abbellito in modo esuberante da Giorgio Vasari per le nozze di Francesco de’ Medici e Giovanna d’Austria nel 1565, non potrete astenervi da osservare, alla destra del portone d’ingresso una pietra scolpita con un profilo proprio accanto alle statue di ispirazione classicadi Filemone, realizzata dal Bandinelli e la di lui moglie Bauci, scolpita di Vincenzo de’ Rossi.
Si tratta di uno dei tanti blocchi di pietra forte probabilmente provenienti dalle cave della collina di Boboli o dalla Costa San Giorgio, ma chi fu a realizzare il ritratto appena sbozzato?
Si narra che il famoso artista Michelangelo durante una discussione asserì di essere in grado di poter scolpire una roccia senza guardare e con le mani dietro la schiena; detto e fatto, la sfida venne accettata e in pochi istanti saltò fuori uno scalpello e martello.
Michelangelo si mise al lavoro sotto gli occhi di tutti, probabilmente anche delle Guardie di Palazzo che si guardarono bene di interrompere il lavoro del noto artista, e a chi poteva essere permesso se non a lui di danneggiare la facciata del Palazzo Vecchio?
Ma si poneva il problema di cosa o chi ritrarre e per non fare rivalità Michelangelo prese come riferimento la faccia di un poveraccio che le guardie portavano o in prigione o alla forca e che si trovava proprio lì, a pochi passi dal gruppetto di persone in attesa della realizzazione dell’opera.
In poco tempo il ritratto venne finito sotto gli sguardi di tutti, e anche se non è proprio un capolavoro, bisogna riconoscere che per essere stato fatto senza guardare e con le mani dietro la schiena non è poi tanto male. Da sempre i fiorentini chiamano questo profilo l’Importuno.